Secondo uno studio di Save the Children, 94 bambini su 100 tra i 3 e i 10 anni non hanno modo di giocare in strada, solo 1 su 4 trova ospitalità nei cortili, e poco più di 1 su 3 ha la fortuna di avere un parco o un giardino vicino a casa dove poter giocare. Riflessioni a margine della Giornata Nazionale degli Alberi.
Conclusa da poco la Giornata Nazionale degli Alberi, riconosciuta ai sensi dell’art. 1 della Legge n. 10 del 14/01/2013, che ha tra i suoi obiettivi quello di diffondere la conoscenza dell’importanza delle foreste urbane, della tutela della biodiversità, dell’equilibrio tra comunità umana e ambiente naturale, appaiono ancora più preoccupanti le stime che Save the Children riporta nel IX Atlante dell’infanzia a rischio:“Le periferie dei bambini“. Secondo lo studio, 94 bambini su 100 tra i 3 e i 10 anni non hanno modo di giocare in strada, solo 1 su 4 trova ospitalità nei cortili, e poco più di 1 su 3 ha la fortuna di avere un parco o un giardino vicino a casa dove poter giocare. Il rapporto mette in luce il divario educativo che allarga sempre di più la forbice delle disuguaglianze, in particolare nelle grandi città, dove vivere in periferia significa spesso non poter usufruire adeguatamente di strumenti educativi e sociali che possono aiutare i bambini a crescere e migliorare il proprio futuro.
E il verde è a tutti gli effetti uno strumento educativo e sociale per la vita all’interno delle città, dove -secondo gli studi dell’ONU-entro il 2050 si concentrerà il 66% della popolazione mondiale: inverdire le città, partendo dalle zone periferiche, può ridurre i deficit urbanistici, funzionali e sociali dei territori.
Ne abbiamo parlato lo scorso 15 ottobre a Milano, nel primo convegno in Italia sui benefici sociali del verde (“Il verde nelle smart cities, parchi e viali alberati contro degrado e criminalità”), organizzato da Assofloro e Consulta esperti per l’Italia. Secondo Francesco Ferrini, Professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Firenze, “un maggior numero di parchi, di alberi, di aree verdi in genere non solo migliora l’aspetto e la qualità ambientale di un territorio, ma può avere una certa influenza su questioni sociali importanti quali l’assistenza sanitaria, l’istruzione, la criminalità e la sicurezza, lo sviluppo economico, e la privazione dei diritti civili”.
I benedici delle aree verdi sulla crescita dei bambini sono importanti: gli spazi verdi aiutano lo sviluppo cerebrale, migliorando le funzioni cognitive. I bambini che passano più tempo nelle aree verdi hanno infatti un volume maggiore di materia bianca e grigia in alcune aree del cervello rispetto ai coetanei che non hanno la stessa possibilità. Sono questi i risultati di uno studio guidato dal Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), in collaborazione con l’Hospital Del Mar e la Ucla Fielding School of Public Health, pubblicato su Environmental Health Perspectives. Parchi e giardini forniscono ai bambini importanti occasioni esperienziali, migliorando creatività, il senso di equilibrio, memoria di lavoro, mantenimento delle informazioni e migliorano la capacità di elaborazione.
Un disegno di legge, che ci auguriamo venga presto approvato, mira al riconoscimento istituzionale del verde quale elemento fondamentale del percorso educativo dei ragazzi (“Norme per lo sviluppo degli spazi verdi nell’edilizia scolastica”). I dati a supporto del disegno di legge dimostrano che in Italia le scuole con giardini o aree verdi disponibili sono in costante diminuzione, facendo posto a cortili cementificati e prati in erba sintetica dove giocare e trascorrere la ricreazione. Questo nonostante tutti gli studi che dimostrano che la salute, la comunicazione, la creatività e la socialità dei bambini aumenta facendo loro trascorrere più tempo all’aperto.
Se il mondo sarà delle città, come rivelano i dati dell’ONU, è evidente che la gestione delle aree urbane è già ora una delle sfide più importanti, direttamente collegata a quella dei cambiamenti climatici, del 21° secolo. Diventano allora urgenti politiche lungimiranti che tengano conto dell’importanza del verde, di qualità, all’interno delle città, secondo le indicazioni della Strategia Nazione del Verde Urbano, che spingano le amministrazioni comunali nella realizzazione di piani e progetti che tengano conto dei servizi ecosistemici forniti dal verde per il raggiungimento di obiettivi di ordine sociale, ambientale, finanziario e occupazionale. Che mettano gli spazi verdi all’interno dei piani urbanistici di riqualificazione dei contesti urbani: il verde è un elemento centrale nella costruzione del paesaggio urbano e un fattore imprescindibile per la crescita di un modello di città sostenibile, per l’ambiente e la salute dei sui abitanti.
Fondamentale, in queste azioni, dovrà essere il coinvolgimento della filiera del verde, per la diffusione delle conoscenze, delle professionalità e delle migliori pratiche per la presenza di verde di qualità.